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[Anastagi’s academic lecture on RVF 189, commentaries in dialogue form on RVF 1 and 186, discourse on RVF 50 and list of variant readings]

Overview

Current Location

Biblioteca Civica Attilio Hortis
Trieste
Italy

Shelfmark
I 55
Date
second half of the sixteenth century
Related to Petrarch's

RVF 1, 50, 186, 189

Academy

Accademia degli Eccentrici, Perugia
Italy

Description

Physical Description: Format

203x135mm; I + 98 + I fols.

Physical Description: Textblock

paper; cursive sixteenth-century hand; single lines or small sections of Petrarch’s poems set either on left or in central columns, with prose text distributed across the page beneath either single lines or sections of text.

Title Page

‘Diversità Del Petrarca, e del Boccaccio nell’uso di molte voci’

Internal Description

fols. 1r-40v: Gregorio Anastagi’s alphabetic list of words taken from Petrarch and Boccaccio that display different variant readings (‘Diuersità Del Petrarca, e del Boccaccio nell’uso di molte voci’; <inc> Terentio Varrone scriuendo a Marco Tullio mostra (come riferisce Gellio), quasi in tutte le parole signoreggiare la consuetudine. Il medesimo Varrone (come similm[ente] ne riporta il Crinito), ne’ libri pure della lingua disse come prosatore, che egli delle parole poetiche piu tosto prendeua diletto, che uso; <exp> Se io pensato hauessi di raunare in poco spatio l’arene del mar di Libia, folle pensiero di certo sarebbe giudicato il mio; ma, se criuellando le ricche auene del fiume Hermo, cerco dello scelto oro far uerga di buona lega, et per l’uso commune delle trouate ricchezze, et per la mostrata a gli altri uia da piu trouarne, mi crederei di meritarne honore almeno di fronde, se non di frutti);
 
fol. 40v: colophon: Il Fine. Gregorio Anastagi;
 
fols. 41r-62v: Anastagi’s dialogue on RVF 1 (‘Dialogo Sopra il primo sonetto del Petrarca’; <inc> Molte, et diuerse le maniere sono dell’espositioni fatte sopra i testi poetici, et specialm[ente] del Petrarca; et lasciando ora da parte quelle de gli altri, si come cose note, et famose, vengo a dirui che già molti anni io esposi quel sonetto ‘Passa la naue mia colma d’oblio’ secondo il diuiso di Seruio; <exp> hauendo il sole già lasciatosi dopo le spalle i monti di Spagna; et cominciandosi a fare oscura l’aere del nostro Cielo: però passati di compagnia nella Città, et giunti in piazza, ciascuno se ne tornò alle sue case);
 
fol. 62v: colophon: Il Fine. Gregorio Anastagi;
 
fols. 63r-83r: Anastagi’s academic lecture on RVF 189 (‘Lettione Sopra quel Sonetto del Petrarca ‘Passa la naue mia colma d’oblio’’; <inc> Mentre che io mi sedeua fra me stesso considerando a qual suggetto appigliar mi douessi questa fiata per apportarui cosa di qualche pregio, etper conseguente degna d’Academia, etdelle purgate orecchie uostre giouani d’altissimo legnaggio, cortesissimi auditori, molte cose mi ueniuano dauanti, dellequali niuna ue n’hebbe, che pienam[ente] mi sodisfacesse; <exp> Hauendoui dunque io ragionato della Vita del poeta, del Titolo dell’opera, della qualità del poema, dell’intentione dello scrittore, del Numero de uersi, etnella dichiaratione, delle Figure, degli Equiuoci, de’ Sinonimi, etd’altre uoci dubbie, che nel sonetto ‘Passa la naue mia colma d’oblio’ si contengono, auiso mio è, rendendoui della bella attentione mille douute gratie, di finir qui, senza andar più oltre, questa nostra lettione);
 
fol. 83r: colophon: Il Fine. Gregorio Anastagi;
 
fols. 83v-84v: blank; 85r: dedication to Francesco Maria Bourbon del Monte Santa Maria (‘A Mons[ign]or Francesco Maria del Monte’);
 
fol. 85v: blank;
 
fols. 86r-88v: Anastagi’s discourse on RVF 50 (‘Discorso sopra la Canzone del Petr[arca] Ne la stagion, che ’l Ciel rapido inchina’; <inc> Perche humana cosa dicono essere la’haver compassione degli afflitti, non posso non teneram[ente] muouermi a pietà quantunque uolte leggendo riguardo all’amorose pene del Petrarca, lequali in molti, etuarii luoghi ne suoi uersi manifestam[ente] si ueggono; <exp> a guisa d’animale bruto con la fronte andando chinata in terra, quasi negando d’essere huomo, spontaneam[ente] si priua di uedere il Cielo, a che mirare fu fatto da Dio con gli occhi uerso il Sole. Io dunque, conchiude il lagrimoso poeta, solo al mondo miserissimo sono);
 
fol. 88v: colophon: Il Fine. Gregorio Anastagi;
 
fol. 89r: dedication to Francesco Maria Bourbon del Monte Santa Maria (‘A Mons[ign]or Francesco Maria del Monte’);
 
fol. 89v: blank;
 
fols. 90r-97r: Anastagi’s dialogue on RVF 186: (‘Discorso Sopra quel sonetto del Petr[arca] Se Vergilio, et Homero hauessin uisto; <inc> Poi che niuna cosa ueggiamo ritrouarsi tanto per sua natura chiara, etmanifesta, che a gli acuti giudicii de’ sottili ingegni non possa dar materia o per una, o per altra cagione da sospirare, non ci dourà parere in tutto stranio caso che nelle scritture più famose ancora nascano taluolta si fatti dubbij; <exp> Piacque al Sensi d’hauerli messi d’accordo: etdoue gli trouò quistionanti, li fece d’un medesimo uolere con suo, et loro non piccolo diletto; etpoi ascoltarono tutti insieme attentamente il Lettore, che già in ringhiera era salito);
 
fol. 97r: colophon: Il Fine. Gregorio Anastagi.

Material Copy

Location

Biblioteca Civica Attilio Hortis
Trieste
Italy

Shelfmark
I 55
Copy seen by
Lorenzo
Sacchini
Notes

The ‘Diversità’ provides a series of brief quotations mostly from Petrarch and Boccaccio that offer a different form for every word or expression (e.g. ‘nessuno’ in Petrarch vs. ‘niuno’ in Boccaccio). This first text illustrates the words (or forms of words) best suited for poetry and prose respectively. The second and fifth writings are both dialogues, and address a very different kind of reader, namely, a student and a learned audience respectively. The second one is a master-disciple dialogue that illustrates basic grammatical teaching extracted from Petrarch’s sonnet; the fifth one interprets RVF 186 and addresses a learned readership by means of a fictitious dialogue between three academicians set in the Accademia degli Eccentrici. For RVF 189, Anastagi includes a brief life of Petrarch, a description of the verse form, a paraphrase, illustration of the rhetorical devices, and a declaration of the enigmatic aspects of the poem. Anastagi here mostly relies on classical sources (e.g. Horace, Virgil) and on quotations from Petrarch’s other works (e.g. RVF 366). The fourth writing offers a basic or elementary linguistic paraphrase.

Bibliography

Iter, VI, 235a; Zamponi, 127-29
 
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Sacchini 2013, 406