Overview
Description
207x142 mm; I + 20 + I fols.
paper; sixteenth-century script; prose text.
Lezione sopra il sonetto del Petrarca O Inuidia nemica di Uirtute
fols. 1r-20v: academic lecture on RVF 172 (<inc> Questa nostra adunanza che lusingata dalla dolcezza di uirtuosa lode si congiunse nel desio d’honore p[er] solleuarsi a qual merito di fama, Ill[ustrissi]mi S[ignori], Dig[nissi]mo maggiore, e Cortesiss[i]mi Ascoltanti, imprese a domare come più uolte sentiste la fera Belua del uitio trasformantesi a danno e rouina dell’huomo in uane sorti di Mostri; <exp> questa inuidia in un Animo tristo è una pessima cosa, non perdona a morti né a uiui. Imperò stiamo auuertiti a guardarcene e quando pure impossibile si renda il no[n] essere inuidioso, o inuidiato cerchiamo piu tosto d’essere inuidiati che inuidianti quando che sia molto meglio l’essere inuidiato che compassionato. Perché il nostro buono Pindaro dice melior est miseratione inuidia).
Material Copy
Biblioteca Civica A. Hortis
Trieste
Italy
This lecture focuses on envy, considered both as a virtue and a vice. In the first case, envy is nothing but emulation and has positive effects. In the second form, it is one of the worst and most dangerous vices. The author reports descriptions of envy by poets, and then deals with its amorous kind. Using Petrarch’s sonnet as a starting point, the author describes the causes of amorous envy, the symptoms it provokes (with a section on women’s unstable nature), and the defenses employed against it. Reference is made to Aristotle, Cicero, Ariosto, Ovid, Plato, and Pindar.
Zamponi 1984, 132; Iter, VI, 235a